Museo preistorico dei “Balzi Rossi” e zona archeologica
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ORARI DI APERTURA | BIGLIETTO |
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martedì – domenica 8.30-19.30
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€ 4 intero |
DOVE SIAMO | CONTATTI |
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Via dei Balzi Rossi 9 18039 Ventimiglia IM |
drm-lig.museobalzirossi@cultura.gov.it +39 0184 38113 |
COME ARRIVARE ACCESSIBILITà |
LA STORIA
Le Grotte dei Balzi Rossi costituiscono uno dei monumenti più rappresentativi della storia dell’Uomo in Europa.
Le grotte si aprono ai piedi di una imponente parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico e sono divise in due gruppi dalla linea ferroviaria. Da occidente ad oriente i Balzi Rossi comprendono: la grotta di Conte Costantini, la grotta dei Fanciulli, la grotta di Florestano, la grotta del Caviglione a nord della ferrovia; la Barma Grande e la Barma du Bausu da Ture (distrutta da lavori di cava) a sud, infine la grotta del Principe ancora a nord. Le ricerche ai Balzi Rossi, avviate già nella prima metà dell’800, perdurano da due secoli. La loro ubicazione sul confine italo-francese ha fatto si che le indagini venissero condotte da equipe scientifiche a livello internazionale, purtroppo questo ha causato la dispersione di moltissimi reperti in diversi musei in Italia ed all’estero e in collezioni private.
L’importanza delle grotte fu riconosciuta da Sir Thomas Hanbury, che nel 1898 finanziò la costruzione di un edificio museale (l’attuale Museo vecchio) dove venne esposta la famosa “triplice sepoltura”. Una sepoltura paleolitica datata a 25.000 anni da oggi, che comprende gli scheletri di un Homo sapiens adulto e due giovani sepolti contemporaneamente e con un ricco corredo composto da lunghe lame di selce francese, conchiglie marine forate, vertebre di pesce, canini di cervo, pendagli in osso lavorato.
La complessa stratigrafia individuata nelle numerose grotte ha restituito testimonianze dal Paleolitico Inferiore fino alla preistoria più recente, in particolare le numerose sepolture e i resti umani qui rinvenuti consentono di riconoscere le numerose migrazioni che portarono l’uomo fuori dall’Africa a partire da circa 200.000 anni fa, come testimonia il frammento di bacino di una donna di tipo Heidelbergensis.
Le cavità ai giorni nostri si affacciano direttamente sul mare e le stratigrafie sono testimonianza dell’alternarsi di diverse fasi climatiche con faune e conchiglie di periodi caldi e freddi.
Numerose statuine femminili (le cosiddette Veneri) dai tratti femminili molto evidenti furono rinvenute ai Balzi Rossi e oggi alcune di queste sono conservate a Parigi al Musée des Antiquités Nationales. Queste statuine rappresentano una manifestazione considerevole nell’ambito dell’arte mobiliare del Paleolitico Superiore
Ulteriore testimonianza di eccezionale importanza è costituita dall’incisione del cavallo della Grotta del Caviglione, sottoposta e in parte sovrapposta a profonde incisioni lineari, fu identificata nel 1971 e rappresenta uno dei rari esempi in Italia di arte rupestre paleolitica.
Nei due edifici museali (il vecchio museo è temporaneamente chiuso al pubblico per lavori di messa in sicurezza) sono esposti gli eccezionali reperti rinvenuti nel corso delle ricerche ed un percorso attrezzato consente di visitare alcune grotte.
STAFF
Direttore | Antonella Traverso
I servizi di fruizione, accoglienza e vigilanza sono garantiti da
Gessica Bonini
Manuel Borea
Carmen Conte
Roberta Di Gesù
Maria Antonietta Segrè
Domenica Taurini
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